Analisi Tecnica

In queste pagine troverete solo un assaggio di Analisi tecnica, sono stati scritti infatti migliaia di libri su questa disciplina centenaria e non sarà certo possibile sviscerarla in questo sito. E' mio obiettivo farvi solamente venire l'appetito perché possiate approfondire la materia autonomamente, scegliendo le parti che più vi piacciono o che più si adattano alla vostra filosofia di trading.

 

 

 

 

Introduzione

La teoria di Dow è alle fondamenta di tutta l'analisi tecnica. I principi fondamentali su cui si basa furono esposti da Charles H. Dow, (noto specialmente in binomio con Jones, per la creazione dell'indice Dow-Jones), in una serie di articoli tra il 1900 ed il 1902 e successivamente ripresi da William P. Hamilton e Robert Rhea, che li riorganizzò nella forma che oggi si conosce.

Egli paragonava gli andamenti di Borsa alle maree.
Come, infatti la progressiva accentuazione o il progressivo indebolimento delle successive ondate rivela una fase di alta marea o una di bassa marea, così un indice di Borsa o il prezzo di un titolo, tradotto in grafico, rispecchia un ciclo al rialzo quando le fluttuazioni successive toccano punte sempre maggiori e, viceversa, rispecchia un ciclo al ribasso quando le fluttuazioni successive toccano livelli sempre minori.
Questa concezione rappresenta la base dell'Analisi Tecnica e racchiude in sé, nella sua estrema semplicità, il germe di tutte le evoluzioni che si sono succedute fino a oggi.

Dow evidenzia due concetti basilari:

 

  1. E' possibile rilevare l'esistenza di una tendenza attraverso l'osservazione di una successione di picchi e avvallamenti crescenti (tendenza al rialzo) o decrescenti (tendenza al ribasso).
  2. Vi è uno sganciamento dello studio dei prezzi dall'esame dei fattori economici, sociali, ambientali, ecc. che incidono sulla loro formazione.

 

Questo ultimo aspetto, in particolare, caratterizza l'Analisi Tecnica sulla base del principio che i prezzi scontano tutto: non solo gli aspetti economici di fondo, ma anche speranze, paure, umori, razionali e irrazionali, dei compratori e dei venditori; tutti fattori che, normalmente, sono ritenuti inquantificabili ma che, invece, alterano sistematicamente e significativamente il valore teorico di un bene quotato.

 

Vedremo ora su quali elementi si basa concretamente l'analisi Tecnica nello studio di un qualunque bene finanziario.

 


 

 

Le fasi del Mercato secondo Dow

Il mercato è composto da 3 movimenti, mentre l'andamento dei prezzi può essere scomposto in 3 distinti movimenti.

Il più importante è il TREND Primario o maggiore. 

 

Esso ha un'estensione temporale solitamente superiore ad un anno, mediamente dura 4 anni, e presenta un apprezzamento o un deprezzamento complessivo maggiore del 20%. In questo caso si può definire il movimento rispettivamente BULL e BEAR Market.

 

Un mercato primario Toro è un ampio movimento verso l'alto calcolato su medie di almeno 2 anni in cui ogni avanzamento del prezzo raggiunge un livello più alto del rialzo precedente ed in cui ogni reazione secondaria verso il basso si ferma ad un livello superiore a quello della precedente flessione.

 

Il movimento primario può essere a sua volta suddiviso il altre 3 fasi: La 1° è la fase di accumulazione, durante la quale gli investitori più accorti e meglio informati, prevedendo un prossimo miglioramento degli affari, incominciano a comprare a prezzi molto bassi per poi aumentare gradualmente le offerte man mano che il volume delle vendite tende a diminuire. Nella 2° fase, in conseguenza del migliorato clima economico generale, i titoli incominciano a salire ed i volumi ad aumentare. 

Durante questa seconda fase il Broker, generalmente consegue i maggiori utili in quanto vende a prezzi in rialzo, mentre l'insieme dei piccoli risparmiatori (vedi parco buoi) aumenta la pressione d'acquisto. Viene, poi, la fase finale del mercato primario toro, nella quale ogni norma di buon senso viene dimenticata e le azioni sono richieste a ritmi vertiginosi. A questo punto il mercato toro è teoricamente finito ed una netta inversione di tendenza diventa ogni giorno più probabile.

 

Per contro si definisce mercato primario Orso un lungo declino in cui ogni massimo e minimo di un movimento secondario tocca un livello inferiore ai corrispondenti massimo e minimo del secondario precedente. Anche la tendenza primaria ribassista è costituita da 3 distinte fasi: Nella 1° detta fase di distribuzione, gli investitori più esperti alleggeriscono le proprie posizioni vendendo sempre più velocemente, mentre i trend-follower, ancora influenzati dalla precedente fase di rialzo, mantengono le posizioni. 

Il volume degli scambi è elevato, ma tende a diminuire durante i brevi momenti di correzione verso l'alto La 2° fase inizia quando all'incertezza subentra il pessimismo, poi la paura, ed infine il panico (vedi panic selling). I compratori spariscono letteralmente dalle sale di contrattazione e tutti vendono "al meglio". La caduta dei prezzi diventa pressoché verticale ed i volumi raggiungono livelli elevatissimi. 

 

Al termine di questa fase di panico può aversi una leggera ripresa o movimento laterale dei prezzi, seguiti dalla fase finale del ribasso. Gli investitori che non hanno ancora venduto o che addirittura hanno comprato ritenendo i prezzi convenienti escono dal mercato in questa fase. Le prospettive economiche continuano a peggiorare ed il flusso delle vendite rimane costante, anche se non frenetico. Quando tutti i fattori fondamentali e psicologici che hanno determinato il ribasso sono stati scontati nei prezzi, il mercato Orso può considerarsi concluso ed un nuovo ciclo può iniziare.

Il trend primario ha ,dunque, una tendenza ben definita ed è l'unico dei 3 movimenti che dovrebbe interessare l'investitore che vuole seguire il mercato secondo un'ottica di lungo termine.

 

Consideriamo, adesso, i movimenti secondari od intermedi. Essi, normalmente, durano da 3 settimane a parecchi mesi e rappresentano reazioni che accelerano o frenano il movimento di base primario. Le fasi di correzione secondaria possono essere dei ribassi in un mercato Toro o dei rialzi in un mercato Orso e generalmente hanno un'ampiezza che va dal 33% al 66% della distanza coperta dal precedente movimento nel senso del trend principale.

 

Infine vi sono i movimenti giornalieri, o comunque di durata sempre inferiore alle 3 settimane, denominati TREND INFERIORI o TERZIARI. L'importanza di questi movimenti è relativa, in quanto, a differenza dei movimenti 'maggiore' o 'intermedio' potrebbero riflettere le strategie degli operatori più importanti. In altri termini, l'azione concertata di un gruppo di operatori aventi obiettivi comuni potrebbe condizionare le fluttuazioni di breve. 

 

I movimenti primari e secondari, viceversa, rispecchiano le aspettative di tutto il sistema economico, la suddivisione del movimento del mercato secondo queste 3 categorie è un concetto base dell'intera analisi tecnica e da essa prendono le mosse i restanti principi fondamentali della teoria di Dow.

  


 

 

I trends

Il trend o tendenza è la direzione lungo la quale si muove il grafico delle quotazioni del titolo analizzato.
Normalmente il movimento presenta una serie di oscillazioni che possono rendere poco evidente questa direzione di marcia se non si definiscono prima le regole interpretative.


Se si osserva l'andamento di un grafico di lungo periodo, diciamo di più anni, si può rilevare, all'interno di una tendenza di massima ben definita, l'esistenza di finestre temporali ridotte durante le quali il movimento si sviluppa in direzione opposta a quella principale; se si scende ancora in maggiore dettaglio si possono osservare ulteriori movimenti in controtendenza rispetto a quelli precedenti; e così via.

 

Tutto questo significa che l'individuazione di una tendenza non può prescindere dalla preventiva definizione dell'arco temporale di osservazione: ciò che, ad esempio, può apparire come una tendenza al ribasso di breve periodo, se guardata in un quadro più generale, si rivelerà probabilmente come una semplice correzione temporanea di una tendenza al rialzo di più lungo periodo.

 


 

 

Linee di Tendenza

Una volta stabilito quale deve essere l'ambito di osservazione, si adotta generalmente una tecnica molto semplice per l'evidenziazione della tendenza da rilevare: si uniscono con una retta più punti di minimo relativo in caso di movimento ascendente o più punti di massimo relativo in caso di movimento discendente. Queste rette prendono il nome di linee di tendenza o trendlines.

 

Naturalmente, una volta tracciata la trendline, può accadere che il movimento, pur mantenendo la stessa direzione, accentui significativamente angolazione accelerando. Sta alla sensibilità dell'analista la decisione sull'opportunità di mantenere la vecchia trendline o di tracciarne una nuova. A questo proposito va detto che il nostro occhio ha una capacità risolutiva eccezionale ...

 

Normalmente, a meno che non si vogliano rilevare tendenze di periodo minore rispetto a quello sotto osservazione, si provvederà a tracciare una nuova trendline solo se le nuove oscillazioni presentano all'incirca la stessa ampiezza di quelle precedenti; in caso contrario sarà opportuno considerarle come movimenti minori nell'ambito di un trend più ampio.

 

Un grafico che vìola o, come più comunemente si dice, perfora la trendline segnala un esaurimento del trend in atto. Pertanto, un trend si considera esaurito se il grafico scende sotto il livello della trendline nel caso di movimento ascendente o sale sopra il livello della trendline nel caso di movimento discendente.



 

 

Canali

Si usa spesso tracciare una parallela alla trendline facendola passare per almeno un punto di massimo se la trendline è ascendente o un punto di minimo se la trendline è discendente.
Si ottiene, così, un canale la cui logica interpretativa è identica a quella delle trendlines.


Il canale dà, in più, la visione dell'ampiezza delle oscillazioni e, quindi, la possibilità di valutare lo spessore del mercato. Canali più ampi, infatti, derivano da un maggiore spessore del mercato e sono solitamente riferiti a periodi temporali più lunghi; pertanto, proprio perché maggiormente consolidati, riflettono maggiori probabilità di persistenza del trend.
Viceversa, canali ristretti, specie se particolarmente ripidi, risultano abbastanza fragili e poco affidabili.

Da cui possiamo affermare che la durata di un trend tende ad essere direttamente proporzionale alla sua ampiezza.

L'inclinazione di un trend, invece, tende a essere inversamente proporzionale alla sua ampiezza.

 


 

 

Sideways

Può accadere, naturalmente, che il valore quotato del quale si traccia l'andamento si snodi, tra alti e bassi, in direzione laterale. La scarsa direzionalità prende il nome, in tal caso, di sideway o movimento di congestione, ma restano ugualmente validi i concetti sopra esposti.

 

Un esempio di questi elementi lo puoi consultare aprendo questo grafico:

 


 

 

Supporti e Resistenze

Nel grafico delle quotazioni di un valore finanziario si possono rilevare dei livelli di prezzo che, in qualche maniera, ostacolano il proseguimento della tendenza in corso: questi ostacoli prendono il nome di supporti e resistenze.


In altri termini, il supporto non è altro che un livello che si oppone al proseguimento di un trend discendente: visivamente, si può osservare che il grafico arresta la sua discesa, tentenna, rimbalza una o più volte per poi invertire la rotta o proseguire definitivamente nella direzione iniziale; in questo secondo caso, la violazione del supporto racchiude implicazioni fortemente negative per il successivo andamento delle quotazioni, dal momento che le forze che si opponevano all'ulteriore discesa vengono sconfitte.


Ribaltando il concetto, la resistenza è un livello di prezzo che ostacola il proseguimento di un trend ascendente: in prossimità di una resistenza, il grafico arresta la sua ascesa, tentenna, rimbalza una o più volte all'ingiù prima di ridefinire la direzione di marcia; così come per il supporto, anche la violazione di una resistenza implica delle conseguenze, questa volta positive, dovute alla sconfitta delle forze che si opponevano all'ascesa dei prezzi

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Una cosa di grande importanza è che una resistenza, una volta perforata diventa un supporto, così come un supporto, una volta perforato diventa una resistenza.

 

Un esempio di questi elementi lo puoi consultare aprendo questo grafico:

 


 

 

Altre considerazioni sui Supporti e Resistenze

Tipi di Supporti e Resistenze

Si possono individuare diversi tipi di supporti e resistenze, tutti con le stesse implicazioni già viste.


Un primo tipo è costituito da un livello di prezzo che, nell'esame della serie storica, ha più volte dato prova di impedire il proseguimento della tendenza. In questi casi, l'efficacia del supporto o della resistenza è tanto maggiore quanto più è recente la sua presenza nella serie storica, soprattutto se il fenomeno si è ripetuto più volte nel tempo. La sua efficacia, inoltre, sarà ancora maggiore se, nel passato, il freno alla tendenza in atto si è manifestato in presenza di volumi consistenti.


Oltre a questi livelli, statici, possono essere individuati anche livelli dinamici, sia di supporto che di resistenza, i quali svolgono la stessa funzione di quelli appena visti. Così è, ad esempio, per una trendline. Le linee di tendenza, infatti, assolvono per definizione a una funzione di delimitazione della tendenza in corso e, di conseguenza, a una funzione di supporto, se la trendline è ascendente, o di resistenza, se la trendline è discendente.


Anche una media mobile delle quotazioni, della quale parleremo nell'ambito degli indicatori, si può opporre, con gli stessi effetti, a un ulteriore sviluppo dell'andamento in corso.

 


Efficacia dei Supporti e Resistenze

Benché supporti e resistenze svolgano un ruolo primario nell'esame dei grafici dei prezzi, è necessario puntualizzare che la loro corretta individuazione non è sempre agevole a causa della mancanza di punti realmente oggettivi che ne costituiscono la base.


Persone diverse tendono a tracciare trendlines su punti di svolta diversi, a costruire medie mobili con parametri diversi, a individuare livelli statici di prezzo sulla base della propria esperienza e degli obiettivi temporali dei propri investimenti.


Tutto questo, pur non sminuendo la validità dei supporti e delle resistenze, ne subordina la reale efficacia segnalatoria alla competenza dell'analista.


In considerazione dei molti fattori in gioco, non è il caso di addentrarsi nell'esame delle motivazioni che portano alla formazione di supporti e resistenze e nell'analisi degli elementi che ne giustificano l'attendibilità. E' sufficiente sapere che, il più delle volte, si tratta di motivazioni di carattere psicologico che spingono la massa degli investitori a reagire a certi stimoli in maniera uniforme; inoltre, la conoscenza del fenomeno talvolta costituisce di per sé stessa causa di determinati comportamenti.